domenica 26 febbraio 2012

MESSAGIO DA MEDJUGORJE DEL 25 FEBBRAIO 2012

Cari figli!
In questo tempo in modo particolare vi invito: pregate col cuore. Figlioli, voi parlate tanto ma pregate poco. Leggete, meditate la Sacra Scrittura e le parole scritte in essa siano per voi vita. Io vi esorto e vi amo perché in Dio troviate la vostra pace e la gioia di vivere. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

sabato 18 febbraio 2012

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA QUARESIMA 2012


«Prestiamo attenzione gli uni agli altri,
per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone» (Eb10,24)


Fratelli e sorelle,

la Quaresima ci offre ancora una volta l'opportunità di riflettere sul cuore della vita cristiana: la carità. Infatti questo è un tempo propizio affinché, con l'aiuto della Parola di Dio e dei Sacramenti, rinnoviamo il nostro cammino di fede, sia personale che comunitario. E' un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale.
Quest’anno desidero proporre alcuni pensieri alla luce di un breve testo biblico tratto dalla Lettera agli Ebrei: «Prestiamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone» (10,24). E’ una frase inserita in una pericope dove lo scrittore sacro esorta a confidare in Gesù Cristo come sommo sacerdote, che ci ha ottenuto il perdono e l'accesso a Dio. Il frutto dell'accoglienza di Cristo è una vita dispiegata secondo le tre virtù teologali: si tratta di accostarsi al Signore «con cuore sincero nella pienezza della fede» (v. 22), di mantenere salda «la professione della nostra speranza» (v. 23) nell'attenzione costante ad esercitare insieme ai fratelli «la carità e le opere buone» (v. 24). Si afferma pure che per sostenere questa condotta evangelica è importante partecipare agli incontri liturgici e di preghiera della comunità, guardando alla meta escatologica: la comunione piena in Dio (v. 25). Mi soffermo sul versetto 24, che, in poche battute, offre un insegnamento prezioso e sempre attuale su tre aspetti della vita cristiana: l'attenzione all'altro, la reciprocità e la santità personale.

1. “Prestiamo attenzione”: la responsabilità verso il fratello.

Il primo elemento è l'invito a «fare attenzione»: il verbo greco usato è katanoein,che significa osservare bene, essere attenti, guardare con consapevolezza, accorgersi di una realtà. Lo troviamo nel Vangelo, quando Gesù invita i discepoli a «osservare» gli uccelli del cielo, che pur senza affannarsi sono oggetto della sollecita e premurosa Provvidenza divina (cfr Lc 12,24), e a «rendersi conto» della trave che c’è nel proprio occhio prima di guardare alla pagliuzza nell'occhio del fratello (cfr Lc 6,41). Lo troviamo anche in un altro passo della stessa Lettera agli Ebrei, come invito a «prestare attenzione a Gesù» (3,1), l'apostolo e sommo sacerdote della nostra fede. Quindi, il verbo che apre la nostra esortazione invita a fissare lo sguardo sull’altro, prima di tutto su Gesù, e ad essere attenti gli uni verso gli altri, a non mostrarsi estranei, indifferenti alla sorte dei fratelli. Spesso, invece, prevale l’atteggiamento contrario: l’indifferenza, il disinteresse, che nascono dall’egoismo, mascherato da una parvenza di rispetto per la «sfera privata». Anche oggi risuona con forza la voce del Signore che chiama ognuno di noi a prendersi cura dell'altro. Anche oggi Dio ci chiede di essere «custodi» dei nostri fratelli (cfr Gen 4,9), di instaurare relazioni caratterizzate da premura reciproca, da attenzione al bene dell'altro e a tutto il suo bene. Il grande comandamento dell'amore del prossimo esige e sollecita la consapevolezza di avere una responsabilità verso chi, come me, è creatura e figlio di Dio: l’essere fratelli in umanità e, in molti casi, anche nella fede, deve portarci a vedere nell'altro un vero alter ego, amato in modo infinito dal Signore. Se coltiviamo questo sguardo di fraternità, la solidarietà, la giustizia, così come la misericordia e la compassione, scaturiranno naturalmente dal nostro cuore. Il Servo di Dio Paolo VI affermava che il mondo soffre oggi soprattutto di una mancanza di fraternità: «Il mondo è malato. Il suo male risiede meno nella dilapidazione delle risorse o nel loro accaparramento da parte di alcuni, che nella mancanza di fraternità tra gli uomini e tra i popoli» (Lett. enc. Populorum progressio [26 marzo 1967], n. 66).
L’attenzione all’altro comporta desiderare per lui o per lei il bene, sotto tutti gli aspetti: fisico, morale e spirituale. La cultura contemporanea sembra aver smarrito il senso del bene e del male, mentre occorre ribadire con forza che il bene esiste e vince, perché Dio è «buono e fa il bene» (Sal 119,68). Il bene è ciò che suscita, protegge e promuove la vita, la fraternità e la comunione. La responsabilità verso il prossimo significa allora volere e fare il bene dell'altro, desiderando che anch'egli si apra alla logica del bene; interessarsi al fratello vuol dire aprire gli occhi sulle sue necessità. La Sacra Scrittura mette in guardia dal pericolo di avere il cuore indurito da una sorta di «anestesia spirituale» che rende ciechi alle sofferenze altrui. L’evangelista Luca riporta due parabole di Gesù in cui vengono indicati due esempi di questa situazione che può crearsi nel cuore dell’uomo. In quella del buon Samaritano, il sacerdote e il levita «passano oltre», con indifferenza, davanti all’uomo derubato e percosso dai briganti (cfr Lc 10,30-32), e in quella del ricco epulone, quest’uomo sazio di beni non si avvede della condizione del povero Lazzaro che muore di fame davanti alla sua porta (cfr Lc 16,19). In entrambi i casi abbiamo a che fare con il contrario del «prestare attenzione», del guardare con amore e compassione. Che cosa impedisce questo sguardo umano e amorevole verso il fratello? Sono spesso la ricchezza materiale e la sazietà, ma è anche l’anteporre a tutto i propri interessi e le proprie preoccupazioni. Mai dobbiamo essere incapaci di «avere misericordia» verso chi soffre; mai il nostro cuore deve essere talmente assorbito dalle nostre cose e dai nostri problemi da risultare sordo al grido del povero. Invece proprio l’umiltà di cuore e l'esperienza personale della sofferenza possono rivelarsi fonte di risveglio interiore alla compassione e all'empatia: «Il giusto riconosce il diritto dei miseri, il malvagio invece non intende ragione» (Pr 29,7). Si comprende così la beatitudine di «coloro che sono nel pianto» (Mt 5,4), cioè di quanti sono in grado di uscire da se stessi per commuoversi del dolore altrui. L'incontro con l'altro e l'aprire il cuore al suo bisogno sono occasione di salvezza e di beatitudine.
Il «prestare attenzione» al fratello comprende altresì la premura per il suo bene spirituale. E qui desidero richiamare un aspetto della vita cristiana che mi pare caduto in oblio: la correzione fraterna in vista della salvezza eterna. Oggi, in generale, si è assai sensibili al discorso della cura e della carità per il bene fisico e materiale degli altri, ma si tace quasi del tutto sulla responsabilità spirituale verso i fratelli. Non così nella Chiesa dei primi tempi e nelle comunità veramente mature nella fede, in cui ci si prende a cuore non solo la salute corporale del fratello, ma anche quella della sua anima per il suo destino ultimo. Nella Sacra Scrittura leggiamo: «Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr 9,8s). Cristo stesso comanda di riprendere il fratello che sta commettendo un peccato (cfr Mt 18,15). Il verbo usato per definire la correzione fraterna - elenchein - è il medesimo che indica la missione profetica di denuncia propria dei cristiani verso una generazione che indulge al male (cfr Ef 5,11). La tradizione della Chiesa ha annoverato tra le opere di misericordia spirituale quella di «ammonire i peccatori». E’ importante recuperare questa dimensione della carità cristiana. Non bisogna tacere di fronte al male. Penso qui all’atteggiamento di quei cristiani che, per rispetto umano o per semplice comodità, si adeguano alla mentalità comune, piuttosto che mettere in guardia i propri fratelli dai modi di pensare e di agire che contraddicono la verità e non seguono la via del bene. Il rimprovero cristiano, però, non è mai animato da spirito di condanna o recrimina-zione; è mosso sempre dall’amore e dalla misericordia e sgorga da vera sollecitudine per il bene del fratello. L’apostolo Paolo afferma: «Se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con spirito di dolcezza. E tu vigila su te stesso, per non essere tentato anche tu» (Gal 6,1). Nel nostro mondo impregnato di individualismo, è necessario riscoprire l’importanza della correzione fraterna, per camminare insieme verso la santità. Persino «il giusto cade sette volte» (Pr 24,16), dice la Scrittura, e noi tutti siamo deboli e manchevoli (cfr 1 Gv 1,8). E’ un grande servizio quindi aiutare e lasciarsi aiutare a leggere con verità se stessi, per migliorare la propria vita e camminare più rettamente nella via del Signore. C’è sempre bisogno di uno sguardo che ama e corregge, che conosce e riconosce, che discerne e perdona (cfr Lc 22,61), come ha fatto e fa Dio con ciascuno di noi.

2. “Gli uni agli altri”: il dono della reciprocità.

Tale «custodia» verso gli altri contrasta con una mentalità che, riducendo la vita alla sola dimensione terrena, non la considera in prospettiva escatologica e accetta qualsiasi scelta morale in nome della libertà individuale. Una società come quella attuale può diventare sorda sia alle sofferenze fisiche, sia alle esigenze spirituali e morali della vita. Non così deve essere nella comunità cristiana! L’apostolo Paolo invita a cercare ciò che porta «alla pace e alla edificazione vicendevole» (Rm 14,19), giovando al «prossimo nel bene, per edificarlo» (ibid. 15,2), senza cercare l'utile proprio «ma quello di molti, perché giungano alla salvezza» (1 Cor 10,33). Questa reciproca correzione ed esortazione, in spirito di umiltà e di carità, deve essere parte della vita della comunità cristiana.
I discepoli del Signore, uniti a Cristo mediante l’Eucaristia, vivono in una comunione che li lega gli uni agli altri come membra di un solo corpo. Ciò significa che l'altro mi appartiene, la sua vita, la sua salvezza riguardano la mia vita e la mia salvezza. Tocchiamo qui un elemento molto profondo della comunione:la nostra esistenza è correlata con quella degli altri, sia nel bene che nel male; sia il peccato, sia le opere di amore hanno anche una dimensione sociale. Nella Chiesa, corpo mistico di Cristo, si verifica tale reciprocità: la comunità non cessa di fare penitenza e di invocare perdono per i peccati dei suoi figli, ma si rallegra anche di continuo e con giubilo per le testimonianze di virtù e di carità che in essa si dispiegano. «Le varie membra abbiano cura le une delle altre»(1 Cor 12,25), afferma San Paolo, perché siamo uno stesso corpo. La carità verso i fratelli, di cui è un’espressione l'elemosina - tipica pratica quaresimale insieme con la preghiera e il digiuno - si radica in questa comune appartenenza. Anche nella preoccupazione concreta verso i più poveri ogni cristiano può esprimere la sua partecipazione all'unico corpo che è la Chiesa. Attenzione agli altri nella reciprocità è anche riconoscere il bene che il Signore compie in essi e ringraziare con loro per i prodigi di grazia che il Dio buono e onnipotente continua a operare nei suoi figli. Quando un cristiano scorge nell'altro l'azione dello Spirito Santo, non può che gioirne e dare gloria al Padre celeste (cfr Mt 5,16).

3. “Per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone”: camminare insieme nella santità.

Questa espressione della Lettera agli Ebrei (10,24) ci spinge a considerare la chiamata universale alla santità, il cammino costante nella vita spirituale, ad aspirare ai carismi più grandi e a una carità sempre più alta e più feconda (cfr 1 Cor 12,31-13,13). L'attenzione reciproca ha come scopo il mutuo spronarsi ad un amore effettivo sempre maggiore, «come la luce dell'alba, che aumenta lo splendore fino al meriggio» (Pr 4,18), in attesa di vivere il giorno senza tramonto in Dio. Il tempo che ci è dato nella nostra vita è prezioso per scoprire e compiere le opere di bene, nell’amore di Dio. Così la Chiesa stessa cresce e si sviluppa per giungere alla piena maturità di Cristo (cfr Ef 4,13). In tale prospettiva dinamica di crescita si situa la nostra esortazione a stimolarci reciprocamente per giungere alla pienezza dell'amore e delle buone opere.
Purtroppo è sempre presente la tentazione della tiepidezza, del soffocare lo Spirito, del rifiuto di «trafficare i talenti» che ci sono donati per il bene nostro e altrui (cfr Mt 25,25s). Tutti abbiamo ricevuto ricchezze spirituali o materiali utili per il compimento del piano divino, per il bene della Chiesa e per la salvezza personale (cfr Lc 12,21b; 1 Tm 6,18). I maestri spirituali ricordano che nella vita di fede chi non avanza retrocede. Cari fratelli e sorelle, accogliamo l'invito sempre attuale a tendere alla «misura alta della vita cristiana» (Giovanni Paolo II, Lett. ap. Novo millennio ineunte [6 gennaio 2001], n. 31). La sapienza della Chiesa nel riconoscere e proclamare la beatitudine e la santità di taluni cristiani esemplari, ha come scopo anche di suscitare il desiderio di imitarne le virtù. San Paolo esorta: «gareggiate nello stimarvi a vicenda» (Rm 12,10).
Di fronte ad un mondo che esige dai cristiani una testimonianza rinnovata di amore e di fedeltà al Signore, tutti sentano l’urgenza di adoperarsi per gareggiare nella carità, nel servizio e nelle opere buone (cfr Eb 6,10). Questo richiamo è particolarmente forte nel tempo santo di preparazione alla Pasqua. Con l’augurio di una santa e feconda Quaresima, vi affido all’intercessione della Beata Vergine Maria e di cuore imparto a tutti la Benedizione Apostolica.
Dal Vaticano, 3 novembre 2011

BENEDICTUS PP. XVI

venerdì 17 febbraio 2012

INCONTRO GRUPPO DI PREGHIERA "MIEI CARI ANGELI"

Prossimo incontro di preghiera
con commento messaggio di Medjugorje
Adorazione, Rosario meditato, S. Messa

Sabato 25 febbraio 2012 ore 16,00
Chiesa S. Maria Assunta al Tufello

I canti e la liturgia saranno curati
dalla Comunità dei Figli del Divino Amore.
La Mamma chiama i suoi figli.
Non mancare!!!

domenica 5 febbraio 2012

DA FACEBOOK UN ARTICOLO CHE VALE LA PENA DIFFONDERE

MEDJUGORJE… UN PEZZETTO DI PARADISO IN TERRA:

Lo scorso 25 Giugno sono accorsi a Medjugorje oltre 100.000 pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, per festeggiare insieme il trentesimo Anniversario delle Apparizioni della Regina della Pace… e lo scorso agosto più di 70.000 giovani e 500 Sacerdoti per il famoso Festival dei giovani...

La ormai “trentennale” presenza della Madre di Dio fra gli uomini (in questo caso a Medjugorje) non è certo una novità nella storia delle Apparizioni Mariane e nella storia della Chiesa (come molti vorrebbero far credere). Un caso simile lo ritroviamo per esempio nelle Apparizioni della Madonna nel Laus, al confine tra Francia e Italia, un paesino che si trova a soltanto alcune decine di chilometri dalla frontiera con il Piemonte, sulle Alpi Marittime del Delfinato. Qui’ la Madonna scelse una povera pastorella, rozza e analfabeta, la educò poco alla volta alla Fede per farne uno straordinario strumento della Grazia Divina. La veggente era Benedetta Rencurel una pastorella di 16 anni. Nel mese di Maggio del 1664 ebbe (sopra il villaggio di St. Etienne, in una località chiamata Vallone dei forni) la prima Apparizione della Madonna... Da quel momento la Santissima Vergine le appariva ogni giorno per diverse ore, e spesse volte anche per tutto il giorno (dal mattino fino alla sera), per tutta la vita della veggente; le Apparizioni ebbero poi una cadenza pressoché mensile. Benedetta Rencurel morì nel 1718, quindi le Apparizioni durarono per ben 54 anni...

La Chiesa, dopo un certo processo di studio delle Apparizioni, della vita della veggente e dei “frutti” della presunta presenza di Maria nel Laus, ha ormai già riconosciuto queste Apparizioni ed ha proclamato la veggente Benedetta Rencurel “Venerabile” in attesa di vederla elevata molto presto, anche lei come altri grandi veggenti di Maria, alla Gloria degli Altari.

Per quanto riguarda Medjugorje la Chiesa non ha ancora riconosciuto le Apparizioni e (giustamente) non può ancora riconoscerle perché sono ancora in corso, cioè la Madonna appare ancora ai sei veggenti a tutt’oggi... Queste Apparizioni sono ancora sotto studio ed analisi da parte della Chiesa. Nel Marzo 2010, infatti, Papa Benedetto XVI ha istituito una commissione che sta studiando da vicino le Apparizioni di Medjugorje...
Sarà necessario ancora del tempo per l’approvazione “ufficiale” ma prima o poi ci sarà certamente... Bisogna però prima aspettare che cessino le Apparizioni.
Così è avvenuto anche per Lourdes, Fatima e tante altre Apparizioni... Bisogna avere pazienza, pregare e aspettare che la Madonna realizzi il Suo piano... e noi dobbiamo aiutarLa con il nostro esempio e con la nostra Preghiera.

Per adesso non c’è bisogno dell’approvazione ufficiale della Chiesa per capire che le Apparizioni di Medjugorje vengono da Dio... ci si può benissimo rendere conto di ciò dai “frutti” (sono infatti i frutti che ci danno la certezza della futura approvazione ufficiale da parte della Chiesa).

Gesù ci ricorda:
Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. (Luca 6,43-44)

…e i frutti di Medjugorje sono certamente BUONI, ANZI BUONISSIMI: “file chilometriche” ai confessionali per le confessioni, conversioni del cuore, sante vocazioni religiose, e non solo religiose... Basta andare anche una sola volta e ci si renderà subito conto che Medjugorje è un pezzetto di Paradiso in terra...

Ma perché la Madonna sta apparendo da così tanti anni a Medjugorje?
Oggi l’umanità sta vivendo uno dei momenti di più acuta apostasia e crisi della Fede… Oggi il male è molto diffuso perché oggi l’uomo si nutre di male e non di Dio... non si nutre della Parola e della Preghiera...
Proprio per questo la Madonna sta apparendo da ormai oltre 30 anni a Medjugorje... appunto per ricordarci che se l’uomo non ritorna a Dio per l’uomo stesso non ci sarà più ne' futuro (in questa vita terrena) e ne' Vita Eterna (nell'Altra Vita)...

Messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje il 25 Luglio 2010:
Cari figli, vi invito di nuovo a seguirmi con gioia. Desidero guidarvi tutti a mio Figlio e vostro Salvatore. Non siete coscienti che senza di Lui non avete Gioia e Pace e neanche futuro e Vita Eterna. Perciò figlioli, approfittate di questo tempo di Preghiera gioiosa e abbandono. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje il 25 Gennaio 1997:
Cari figli, vi invito a riflettere sul vostro futuro. Voi state creando un nuovo mondo senza Dio, solamente con le vostre forze ed è per questo che non siete contenti, e non avete la gioia nel cuore. Questo tempo è il mio tempo perciò, figlioli, vi invito di nuovo a pregare. Quando troverete l'unità con Dio, sentirete la fame per la Parola di Dio, ed il vostro cuore, figlioli, traboccherà dalla Gioia. Testimonierete ovunque sarete l'Amore di Dio. Io vi benedico e vi ripeto che sono con voi per aiutarvi. Grazie per avere risposto alla mia chiamata!

Quindi l’importantissimo ed urgentissimo Messaggio che la Madonna ci sta donando per questi tempi molto difficili è un Messaggio di Preghiera, Penitenza e Conversione... La Madonna non è venuta a portarci qualche altra nuova dottrina a Medjugorje ma, con i Suoi Messaggi e la Sua presenza, è venuta a "RIPORTARCI" il VANGELO, è venuta a "RICORDARCI" che esiste il Vangelo perché l’uomo di oggi lo ha dimenticato… andando alla ricerca di “altri vangeli”…

In uno dei Suoi Messaggi la Madonna ci ha detto:
Svegliatevi dal sonno stanco delle vostre anime...

Messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje il 25 Marzo 2001:
Cari figli, vi invito anche oggi ad aprirvi alla Preghiera. Figlioli, vivete in un tempo nel quale Dio vi dona grandi Grazie, ma voi non sapete utilizzarle. Vi preoccupate di tutto il resto, e dell’anima e della vita spirituale il minimo. Svegliatevi dal sonno stanco della vostra anima e dite a Dio con tutta la forza SI. Decidetevi per la conversione e la Santità. Sono con voi, figlioli, e vi invito alla perfezione della vostra anima e di tutto quello che fate. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Perciò Forza e Coraggio, abbiamo oggi l’immensa Grazia di avere la Madre di Dio con noi tutti i giorni a Medjugorje che ci guida per mano con i Suoi Messaggi di Vita, ci accompagna per mano con Amore per portarci alla Salvezza... Rispondiamo col CUORE alla CHIAMATA della Madonna per questo grande tempo di Grazia...VIVIAMO I SUOI MESSAGGI!
Nonostante le nostre cadute quotidiane, non dobbiamo scoraggiarci! Con Amore la Madonna ci aiuta a rialzarci, proprio come fa una Mamma che rialza il suo bimbo che cade imparando a camminare, gli pulisce le ginocchia e gli da' una leggera spinta per continuare il cammino....

Cominciamo a convertirci noi, poi un altro vedendoci e rimanendo colpito dal nostro cambiamento e testimonianza di vita comincerà anche lui un cammino di conversione, e dopo di lui un altro ancora... e così via... E' questo il piano della Madonna... Convertire e riportare il mondo intero a Suo Figlio Gesù...

AIUTIAMO LA MADONNA AD AIUTARCI... ♥♥♥
ABBIAMO LA MADRE DI DIO CON NOI... RISPONDIAMO ALLA SUA CHIAMATA........
VIVIAMO E NUTRIAMOCI DI PREGHIERA...!

venerdì 3 febbraio 2012

Messaggio a Mirjana del 2 Febbraio 2012

Cari figli, da così tanto tempo io sono con voi e già da così tanto tempo vi sto mostrando la presenza di Dio ed il suo sconfinato amore, che desidero tutti voi conosciate. Ma voi, figli miei? Voi siete ancora sordi e ciechi; mentre guardate il mondo attorno a voi non volete vedere dove sta andando senza mio Figlio. State rinunciando a Lui, ma Egli è la fonte di tutte le grazie. Mi ascoltate mentre vi parlo, ma i vostri cuori sono chiusi e non mi sentite. Non state pregando lo Spirito Santo affinché vi illumini. Figli miei, la superbia sta regnando. Io vi indico l’umiltà. Figli miei, ricordate: solo un’anima umile brilla di purezza e di bellezza, perché ha conosciuto l’amore di Dio. Solo un’anima umile diviene un paradiso, perché in essa c’è mio Figlio. Vi ringrazio. Di nuovo vi prego: pregate per coloro che mio Figlio ha scelto, cioè i vostri pastori